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È un quartiere situato nel quadrante nord-ovest della città, internamente al GRA e a breve distanza dalla borgata di Primavalle. La zona è delimitata a nord dalla Trionfale, a sud da via di Boccea, a ovest da via di Casal del Marmo e a est da via Battistini. Storicamente parte dell’Agro romano, almeno fino agli anni Sessanta Torrevecchia è stata una vasta distesa verde occupata soltanto da casupole sparse e, nonostante la forte urbanizzazione, continua a mantenere a tratti la sua vocazione rurale. Torrevecchia deve probabilmente il suo nome alla presenza di una torretta settecentesca andata ormai distrutta. L’antica impronta rurale del quartiere è ancora visibile in quanto esso è caratterizzato da numerose distese verdi non intaccate dall’urbanizzazione. Questa consistente presenza di verde contrasta l’assenza di parchi pubblici veri e propri. Negli anni Sessanta l’area di Torrevecchia, fino a quel momento dal carattere ancora agrestre, inizia la propria urbanizzazione. I progettisti incaricati (Barucci, Passarelli e Vittorini) elaborano una soluzione che ruota intorno a una piazza centrale punteggiata da quattro torri di quindici piani e dalla quale partono stecche residenziali. La superficie del quartiere è delimitata a sud da via di Boccea, a ovest da via di Casal del Marmo, a est da via Mattia Battistini e a nord da via Trionfale. La zona può essere considerata come l’estrema propaggine occidentale del territorio di Monte Mario, di cui condivide alcune caratteristiche idrogeologiche. Nonostante numerose distese verdi, ancora non intaccate dall’urbanizzazione a macchia di leopardo tipica di questa parte della città, il quartiere è di fatto sprovvisto di parchi pubblici veri e propri (essendo le uniche due zone di verde attrezzato quelle della Riserva naturale dell’Insugherata e del Parco regionale urbano del Pineto, piuttosto fuori dai suoi confini). La vallata compresa tra il complesso IACP (scherzosamente denominato “Bronx” dai suoi stessi abitanti, per via del suo aspetto poco aggraziato) e il Quartaccio, si presenta comunque come la parte meno urbanizzata del quartiere (qui è ancora visibile l’ultimo tratto scoperto del Fosso dei Fontanili, un tempo alimentato da alcune risorgive naturali ed oggi ridotto a canale di scolo).
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